alba a pierino

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domenica 22 agosto 2010

noi a Volterra in cinquecento, e voi?

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A San Miniato, nella Loggetta del Fondo, nelle sue due pareti, sono state dipinte negli anni '50, a cura dell'APT di Pisa, due "mappe". Una è quella cittadina, l'altra è una mappa transprovinciale, che riporta le vie di collegamento e distanze con le principali città del nord della Toscana, ad indicare la centralità della città di San Miniato.


Oggi a Volterra c'è "Volterra A.D. 1398". Dodicesima edizione di una manifestazione di rievocazione medioevale.
Un'occasione per immergersi nella magica atmosfera del Medioevo, in una delle più belle città della Toscana. E quindi, un'occasione per rispolverare la Fiat 500 F del '72, della mia zia.

Volterra A.D. 1398 non vuol rievocare un momento preciso della vita medievale volterrana. L'intento della manifestazione è quello di rappresentare un giorno di festa qualsiasi, senza che vi accada nulla di particolare.
La scelta della data, il 1398, è legata solo al fatto che il primo anno in cui questa rievocazione ha avuto luogo è il 1998. In quell'anno non è avvenuto nulla di particolare, anzi non vi era nulla da festeggiare in quanto fu un anno di carestia e di fame.
Lo scopo della festa è quello di assaporare per uno o più giorni quelli che erano le sensazioni che potevano essere provate nel medioevo.
Centinaia di persone, in questa occasione, tornano ad indossare o a comportarsi come i propri antenati vissuti nella Volterra medievale. Questo viene fatto un po' per accogliere i visitatori che salgono su questo colle, ma lo spirito che tiene unite queste persone è soprattutto quello di divertirsi e, per una volta, interpretare una parte legata al proprio passato.

In questa domenica di caldo agostano, non si riesce a partire subito dopo pranzo.
Il mio telefono dice che da qui, dalla loggetta del Fondo di San Miniato, fino a Volterra, passando per Palaia, ci sono circa 52 km. Passando per Montaione, appena 50 km. Passando per Pontedera, raggiunta con la SS67, sono circa 64 km. Ma che strada facevano negli anni '50 per andare a Volterra, visto che riportano una distanza di 68 km?




Io credo che i più facessero quella per Palaia, o perlomeno era la strada che mi raccontava di fare Ada, una signora che abitava nel podere dove c'era la Tabaccaia di Santa Chiara. Lei era nata a Villamagna, frazione di Volterra.



Nel mio post odierno, racconterò solo della festa medioevale.

Il resto delle 200 foto scattate oggi, il resto delle sensazioni del viaggio, il resto dei ricordi legati al suo tragitto, il resto delle storie raccolte, avranno bisogno di altro spazio, sparso nei prossimi post...

Ore 17,45. Ingresso in Volterra.
Mi accorgo adesso di averci messo quasi 2 ore e mezza...



Volterra, ore 17,50.
Ingresso in città dal Porta San Felice. Vicino ad essa le omonime fonti.
Un pittore, fischiettando, dipinge la cappella posta di fianco alla porta.


Piazzetta degli Avelli.
Gli avelli erano veri e propri luoghi di sepoltura. Spesso le tombe non erano neppure interrate, ma semplici buche coperte da pietre. Così capitava che dalle fessure delle tombe si sprigionavano odori parecchio sgradevoli. Esiste il detto toscano che dice "puzzare come un avello".
Fu Napoleone a portare in Italia, peraltro per editto, l'uso delle sepolture fuori le mura delle città

Via Ricciarelli.
Anche gli anziani si godono un po' di "festa".

Piazza dei Priori, ore 18,00.
Sulla piazza, bellissima, si affacciano il Palazzo Pretorio ed il Palazzo dei Priori, il più antico palazzo comunale italiano.
Poche città al mondo, al pari di Volterra, sono in grado di offrire un'immagine nitida del tempo passato e del susseguirsi delle civiltà.
Come il territorio circostante è contraddistinto dal sovrapporsi dei segni delle ere geologiche che costituiscono la millenaria storia della terra volterrana, così l'impianto urbano mostra tracce del lento sovrapporsi delle opere dell'uomo che ne hanno modificato, in tremila anni, l'assetto originario.
Volterra si organizza in libero comune nella prima metà del XII sec., pronto a lottare con il vescovo per il possesso della città e delle ricchezze del suo territorio. Consapevole che il maggior provento della città è la produzione del sale di sorgente, il Comune acquista diritti sullo sfruttamento delle Moie, le saline, nonchè molti diritti sul'estrazione dello zolfo, del vetriolo e dell'allume nella zona di Larderello, Sasso e Libbiano.
Il palazzo dei Priori iniziato nel 1208 da maestro Riccardo, fu terminato nel 1257 sotto il Podestà Bonaccorso Adimari, come si legge nella lapide appoista sulla facciata.


In piazza imperversa la festa medioevale.
Con musiche d'epoca e balli di gruppo, tra figuranti e turisti.


Interno del Palazzo dei Priori.
In alcune sale sono esposti delle riproduzioni di abiti medievali, che possono essere noleggiati per partecipare alla "festa".
Tra le lapidi presenti sulle pareti del palazzo, ne noto una. La famiglia dei Grifoni, nobili vassalli dei Medici, avevano avuto qui, come a San Miniato, interessi e incarichi pubblici.


Passeggiando tra i banchi del mercatino medievale, una porta aperta, inizialmente anonima, è oggetto di un via vai costante. Persone che entrano ed escono, con atteggiamenti non casuali.
Non guardo neppure se c'è qualche targa fuori, incuriosito lancio subito lo sguardo dentro, nel breve corridoio, vuoto per un momento.
Sopra l'arco della porta in fondo, una scritta: Pio Istituto dei Bonomini.
Entro. Mi si apre una piccola saletta quadrata. Quadri rinascimentali alle pareti, uno scranno, delle sedie. Simboli ebraici e massoni ripetuti sui suppellettili e sulle cornici.
Due volontari raccontano le storia di questa opera pia ottocentesca, frutto di un lascito testamentario di "un macellaio" di città.



Arti e mestieri messi in scena nella rappresentazione.


Piazza dei Priori, ore 18,40.
Sbandieratori provenienti da diverse città, si esibiscono assieme agli sbandieratori di Volterra.





Ore 19,00.
E' il momento di lasciare la "festa". Fuori dal perimetro a pagamento, i ritmi sono più lenti, meno frenetici. C' è il tempo per un libro...




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